Iniziamo a livello preliminare a pensare di acquistare un futuro strumento di hobby o di ricerca; ovvero l'intenzione di acquistare un Telescopio. Ogni Telescopio è identificato da due numeri, ad esempio il mio è un 114/1000. Cosa sono questi due numeri? Il primo (114) esprime il Diametro di apertura del Telescopio espresso in millimetri, mentre il secondo (1000)è la Lunghezza Focale, la quale è definita come la distanza tra il centro della lente e il piano focale (piano su cui si forma l'immagine nitida del soggetto), anch'essa espressa in millimetri.
Questi due numeri danno una serie di informazioni importanti riguardo al telescopio che stiamo utilizzando.
Il Rapporto Focale è il rapporto tra la Lunghezza Focale e il Diametro e ci dà l'idea di quanto è "luminosa" l'immagine che andremo ad osservare (questo a parità di trattamenti ottici delle lenti che influiscono sulla luminosità). Si è soliti identificare il Rapporto Focale con f/. Nel mio caso ad esempio abbiamo
f/= 900/130 = 6.9 ~ 7
Più basso è questo numero tanto più luminosa sarà l'immagine che si vedrà al Telescopio.
Consideriamo ora gli accessori necessari: gli Oculari.
Questi sono dei complessi ottici i quali ci permettono di osservare l'immagine che si forma al fuoco diretto del telescopio oltre che ingrandirla. L'Oculare ideale sarebbe quello costituito da una sola lente, ma un oculare siffatto non corregge le Aberrazioni più comuni; quindi un oculare sarà costituito da minimo due lenti. Esistono vari schemi di Oculari, ma lascio la descrizione a chi è più competente di me (clicca qui).
Le grandezze tipiche di un oculare sono tre: la Lunghezza focale dell'Oculare, il Campo Apparente (ovvero la porzione di campo che l'oculare copre a vuoto, quando non è applicato al Telescopio) e il Diametro. Quest'ultimo serve a determinare se l'Oculare che avete tra le mani può essere utilizzato per il vostro telescopio (ad esempio il mio telescopio supporta oculari da 31.7mm, ossia da 1.25 pollici), mentre dalle prime due dipenderanno altri tre parametri da considerare e che sono essenziali: Ingrandimento, Campo Coperto ePupilla D'Uscita.
L'Ingrandimento (I) è definito come:
I = Ft / Fo dove Ft: focale telescopio e Fo: focale oculare
Non possiamo però ingrandire a piacimento, in quanto l'ingrandimento è inversamente proporzionale alla luminosità, ovvero più crescono gli ingrandimenti tanto più l'immagine è meno luminosa, nitida e dettagliata. Quindi arriviamo al Massimo Ingrandimento Utile (da intendersi come limite superiore degli ingrandimenti possibili) che, per quanto riguarda la visuale planetaria, generalmente si ottiene moltiplicando per 2 il diametro in millimetri, nel mio caso 2*130=260x; mentre per quanto riguarda gli oggetti del profondo cielo di prende per buona la metà o i 2/3 del diametro, quindi nel mio caso 65~86x.
Il Campo Coperto (Cr) indica quanto campo osserviamo quando usiamo l'Oculare applicato al Telescopio e si calcola con la seguente formula:
Cr = Ca / I dove Ca: campo apparente
La Pupilla D'Uscita (Pu) indica il diametro del fascio di luce uscente dall'Oculare (quindi la luminosità di quello che effettivamente osserveremo) e si calcola secondo la formula:
Pu= D / I dove D: diametro telescopio
In relazione alla Pupilla D'Uscita si definisce il Minimo Ingrandimento Utile, ossia il minimo ingrandimento prima del quale il fascio di luce uscente dall'oculare è troppo grande per la pupilla dell'occhio umano, sprecando così "luce", e si ottiene dividendo per 7 il diametro del Telescopio; nel mio caso 130/7= 18.6 ~ 19x.
Già da quanto detto è possibile fare una distinzione tra i vari telescopi:
Telescopi a basso f/ (f/ < 6): hanno un ampio campo in visuale, quindi adeguati all'osservazione di oggetti estesi (nebulose e galassie), quindi non adatti ai grandi ingrandimenti, e sono "molto luminosi" (o "veloci) in termini di astrofotografia, ma a discapito dei dettagli.
Telescopi ad alto f/ (f/ > 10): più adatti all'osservazione planetaria che a quella di oggetti estesi, sono di solito "poco luminosi" (o "lenti") in termini di astrofotogafia, ma in compenso danno immagini altamente contrastate sia in visuale che in astrofotografia.
Telescopi a medio f/ ( 6 < f/ < 10): sono strumenti "universali", ovvero racchiudono le caratteristiche dei telescopi descritti sopra, ma con qualche compromesso.
Altro parametro costruttivo che pone un limite all'osservazione è la Magnitudine Limite del Telescopio (m); per definirla si utilizza la seguente formula:
m = 1.8 + 5*logD dove D:diametro telescopio
quindi nel mio caso abbiamo m= 1.8 + 5*log(130) = 12.37 ~ 12.
Fatta questa panoramica sui limiti costruttivi del Telescopio riguardo all'osservazione, poniamoci ora il problema di quanto e come le condizioni metereologiche, l'atmosfera e l'inquinamento luminoso inficino l'osservazione degli astri, ossia i concetti di Seeing e Magnitudine Limite Visuale.Iniziamo con l'osservare quello che abbiamo o abbiamo intenzione di acquistare, ossia il Telescopio. Ogni Telescopio è identificato da due numeri, ad esempio il mio è un 130/900. Cosa sono questi due numeri? Il primo (130) esprime il Diametro di apertura del Telescopio espresso in millimetri, mentre il secondo (900)è la Lunghezza Focale, la quale è definita come la distanza tra il centro della lente e il piano focale (piano su cui si forma l'immagine nitida del soggetto), anch'essa espressa in millimetri.
Questi due numeri danno una serie di informazioni importanti riguardo al telescopio che stiamo utilizzando.
Il Rapporto Focale è il rapporto tra la Lunghezza Focale e il Diametro e ci dà l'idea di quanto è "luminosa" l'immagine che andremo ad osservare (questo a parità di trattamenti ottici delle lenti che influiscono sulla luminosità). Si è soliti identificare il Rapporto Focale con f/. Nel mio caso ad esempio abbiamo
f/= 900/130 = 6.9 ~ 7
Più basso è questo numero tanto più luminosa sarà l'immagine che si vedrà al Telescopio.
Consideriamo ora gli accessori necessari: gli Oculari.
Questi sono dei complessi ottici i quali ci permettono di osservare l'immagine che si forma al fuoco diretto del telescopio oltre che ingrandirla. L'Oculare ideale sarebbe quello costituito da una sola lente, ma un oculare siffatto non corregge le Aberrazioni più comuni; quindi un oculare sarà costituito da minimo due lenti. Esistono vari schemi di Oculari, ma lascio la descrizione a chi è più competente di me (clicca qui).
Le grandezze tipiche di un oculare sono tre: la Lunghezza focale dell'Oculare, il Campo Apparente (ovvero la porzione di campo che l'oculare copre a vuoto, quando non è applicato al Telescopio) e il Diametro. Quest'ultimo serve a determinare se l'Oculare che avete tra le mani può essere utilizzato per il vostro telescopio (ad esempio il mio telescopio supporta oculari da 31.7mm, ossia da 1.25 pollici), mentre dalle prime due dipenderanno altri tre parametri da considerare e che sono essenziali: Ingrandimento, Campo Coperto ePupilla D'Uscita.
L'Ingrandimento (I) è definito come:
I = Ft / Fo dove Ft: focale telescopio e Fo: focale oculare
Non possiamo però ingrandire a piacimento, in quanto l'ingrandimento è inversamente proporzionale alla luminosità, ovvero più crescono gli ingrandimenti tanto più l'immagine è meno luminosa, nitida e dettagliata. Quindi arriviamo al Massimo Ingrandimento Utile (da intendersi come limite superiore degli ingrandimenti possibili) che, per quanto riguarda la visuale planetaria, generalmente si ottiene moltiplicando per 2 il diametro in millimetri, nel mio caso 2*130=260x; mentre per quanto riguarda gli oggetti del profondo cielo di prende per buona la metà o i 2/3 del diametro, quindi nel mio caso 65~86x.
Il Campo Coperto (Cr) indica quanto campo osserviamo quando usiamo l'Oculare applicato al Telescopio e si calcola con la seguente formula:
Cr = Ca / I dove Ca: campo apparente
La Pupilla D'Uscita (Pu) indica il diametro del fascio di luce uscente dall'Oculare (quindi la luminosità di quello che effettivamente osserveremo) e si calcola secondo la formula:
Pu= D / I dove D: diametro telescopio
In relazione alla Pupilla D'Uscita si definisce il Minimo Ingrandimento Utile, ossia il minimo ingrandimento prima del quale il fascio di luce uscente dall'oculare è troppo grande per la pupilla dell'occhio umano, sprecando così "luce", e si ottiene dividendo per 7 il diametro del Telescopio; nel mio caso 130/7= 18.6 ~ 19x.
Già da quanto detto è possibile fare una distinzione tra i vari telescopi:
Telescopi a basso f/ (f/ < 6): hanno un ampio campo in visuale, quindi adeguati all'osservazione di oggetti estesi (nebulose e galassie), quindi non adatti ai grandi ingrandimenti, e sono "molto luminosi" (o "veloci) in termini di astrofotografia, ma a discapito dei dettagli.
Telescopi ad alto f/ (f/ > 10): più adatti all'osservazione planetaria che a quella di oggetti estesi, sono di solito "poco luminosi" (o "lenti") in termini di astrofotogafia, ma in compenso danno immagini altamente contrastate sia in visuale che in astrofotografia.
Telescopi a medio f/ ( 6 < f/ < 10): sono strumenti "universali", ovvero racchiudono le caratteristiche dei telescopi descritti sopra, ma con qualche compromesso.
Altro parametro costruttivo che pone un limite all'osservazione è la Magnitudine Limite del Telescopio (m); per definirla si utilizza la seguente formula:
m = 1.8 + 5*logD dove D:diametro telescopio
quindi nel mio caso abbiamo m= 1.8 + 5*log(130) = 12.37 ~ 12.
Fatta questa panoramica sui limiti costruttivi del Telescopio riguardo all'osservazione, poniamoci ora il problema di quanto e come le condizioni metereologiche, l'atmosfera e l'inquinamento luminoso inficino l'osservazione degli astri, ossia i concetti di Seeing e Magnitudine Limite Visuale.